Per la prima volta mi sono ritrovato a fare qualche scatto in ambito leggermente più professionale. Di fatto, si tratta anche del mio primissimo Model Sharing e – più in generale – della mia prima esperienza vera e propria con un modello. Organizzato da Corsi Fotografia Pisa, presso il MABO’S Centro Wellness, abbiamo avuto la possibilità di scattare con tutta la palestra a disposizione (durante il giorno di chiusura), utilizzando tutti gli ambienti presenti: dalla sala pesi alla piscina, passando per sauna e attrezzi. A disposizione dei nostri obiettivi le belle e brave Diana e Adriana, ottima scelta sia a livello estetico sia per l’esperienza personale nel campo che ha compensato il gap per quanto riguarda la mia di esperienza con le foto di glamour; in più entrambe sono ben allenate, con dei fisici più che adatti al tema di questo modelshooting.
Passiamo alle noti dolenti: l’attrezzatura a disposizione. Gli organizzatori del corso han messo a disposizione alcuni fari LED per illuminare in maniera continua la scena (utilizzare il flash, con 5-6 persone che scattano tutte insieme diventa difficoltoso e fastidioso); la mia reflex, salvo intervento divino, rimane la fedelissima Canon EOS 60D che mi ha accompagnato – letteralmente – in questi ultimi anni in giro per il mondo. Passiamo all’ottica; trattandosi di ritratto glamour l’ideale sarebbe stato possedere un 85mm serio; purtroppo sono povero e mi sono dovuto accontentare del mio 50mm f1.8 Yongnuo, un plasticozzo che nel mettere a fuoco fa un rumore molto simile a un macina caffè, ma che – a dispetto del prezzo molto basso – svolge decentemente il suo lavoro. In più, avendo un sensore APS-C, con il fattore di crop, la focale arrivava attorno agli 80mm; non è un buon compromesso, ma rimane pur sempre un hobby e alla sera ho da mangiare pure io. La grande apertura mi ha permesso una migliore gestione della luce, specie dove i posti erano più bui, non potendo aumentare di molto gli ISO per via del grande disturbo che creano sulla mia macchina; so che questo tipo di fotografia vorrebbe un diaframma più chiuso, per meglio apprezzare tutti i dettagli, ma si è dovuto fare di necessità virtù. Vi chiederete il perché di questi dettagli tecnici, ovviamente li scrivo nella speranza di poter ritornare un domani a leggere questo articolo forte delle mie nuove ottiche di svariate migliaia di euro e riderci su! 🙂
Pronti-via! Essendo un gruppo abbastanza nutrito, ci siamo divisi in due, ognuno dei quali con una delle due modelle in un ambiente diverso, al fine di non intralciarci durante i lavori. Personalmente ho cominciato con Diana nella zona piscina/sauna, quindi ambienti con pose principalmente di relax e in costume da bagno. Caratteristiche importanti di questa prima fase sono state: la scarsa illuminazione di base dei luoghi e il gran caldo caratteristico di queste zone in un centro benessere; inoltre gli spazi erano limitati e bisognava stare attenti a non uscire nelle foto di qualcuno e al tempo stesso di non far uscire qualcuno nelle proprie. Diana si è rivelata essere a suo agio davanti agli obiettivi, posando e proponendo le sue idee con quanto era a disposizione all’interno dei relativi ambienti. Dopo i primi scatti in sauna, siamo passati in piscina intervallando i momenti con dei cambi di costume e delle piccole pause. Ulteriore difficoltà nell’uso del 50mm si è inoltre riscontrata nello gestire lo spazio fisico tra me e il soggetto, non sempre sufficiente e spesso a rischio di scivoloni o cadute in acqua, per fortuna siamo riusciti a tenerci all’asciutto, portando a casa un bel po’ di foto decenti. In più, come vedete nella foto sopra, ci sono state fornite delle calzature fashionissime che hanno consentito di scattare più alla moda possibile.
Dopo una piccola pausa caffè, c’è stato lo scambio di modelle tra i gruppi. Mi sono ritrovato quindi a scattare con Adriana, questa volta l’ambiente è quello della palestra vera e propria: sala pesi, attrezzi e via dicendo; di conseguenza siamo passati dal costume alla tuta e a foto più orientate all’allenamento e lo sforzo fisico. Lo spazio in questi ambienti era decisamente maggiore, tuttavia – per questioni di orario – dalle grandi finestre entrava la luce del tramonto che ha per certi versi condizionato le foto, permettendo comunque degli effetti particolari. In questa fase, soprattutto per via dei grandi ambienti con poca luce e i faretti, ho voluto giocare molto con le penombre e un’illuminazione in stile “caravaggesco” (non uccidetemi) per la fase in cui la modella ha indossato i guantoni offrendoci una dimostrazione di kick-boxe.Oltre ai giochi di luce, questa parte si è rivelata maggiormente sperimentale anche per alcuni tentativi di scattare – ad esempio – il battito di mani con il gesso e la conseguente nuvola; dopo alcune prove, la foto è riuscita ma Adriana – con tutta probabilità – è rimasta intossicata dai 15Kg di gesso inalato. Obiettivo comune delle foto, o della maggioranza di esse, era di provare a cogliere uno sguardo grintoso, in contrasto con l’aria rilassata dell’altra modella; questo è stato aiutato sia dai colori e dalle ambientazioni decisamente più cupe (per scelta personale) sia dalla bravura della modella che si è prestata sguardi seri, pur scattando in un’atmosfera particolarmente rilassata e giocosa.
Siccome alla fine non si aveva per nulla voglia di tornare a casa, e avendo a disposizione i locali della palestra per tutto il giorno con i fari già montati e operativi, si è deciso di provare a improvvisare un piccolo match amatoriale tra Diana e Adriana, un ambiente molto buio illuminato da quattro faretti LED ai vertici, come fosse un vero e proprio ring. Dopo le prime prove col 50mm, in questa fase ho ritenuto che una focale così lunga togliesse molto all’atmosfera che si era venuta a creare dalla posizione delle luci; ho quindi deciso di passare al 10-18mm per cogliere maggiormente l’ambiente circostante e dare idea di maggiore ampiezza. Credo che i puristi di questo genere in questo momento potrebbero sentirsi male. Mi sono quindi gettato in terra per offrire una visione prospettica soprattutto del pavimento, ho regolato apertura e ISO in modo da trovare un giusto compromesso al disturbo che si viene a creare sull’immagine e ho scattato. I risultati, a mio parere, sono ottimi a livello di angolazione, tuttavia con un’attrezzatura migliore probabilmente si sarebbe potuto rendere meglio quello che avevo in mente.
Infine siamo riusciti a rincasare, contenti di una giornata dove ci siamo soprattutto divertiti e angosciati dall’idea di avere qualche migliaio di scatti da selezionare e sistemare in post-produzione. La mia prima esperienza in questo genere si è rivelata estremamente piacevole, merito dell’organizzazione, del gruppo di persone presenti e delle modelle estremamente disponibili a venire incontro alle mie personali incertezze in materia. Spero di ripete presto un’esperienza simile e nel frattempo cercherò di migliorarmi sia nella tecnica che nella qualità dell’attrezzatura.
A proposito, l’organizzazione che ha organizzato il tutto ha pensato bene anche di girare un piccolo aftermovie sull’evento, lo potete trovare su Facebook, nella pagina linkata a inizio articolo o, per comodità, incorporato qui sotto.
Mi sembra ci siamo detti tutto a proposito della mia personale esperienza, non mi resta che lasciare i link alle gallerie complete sulla mia pagina Facebook, dove è possibile vedere alcuni scatti in più: