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Workshop di illuminotecnica con Francesco Francia

La fotografia, messa in termini di soggetti immortalati, altro non è che la gestione della luce che su questi soggetti arriva e rimbalza, passando per il nostro obiettivo, fino alla pellicola o al sensore della nostra macchina fotografica. Proprio per questo, oltre a conoscere ogni singolo aspetto della nostra fedele compagna, occorre sempre saper gestire con coscienza la luce, fonte primaria delle nostre immagini e strumento potente per poter creare figure, emozioni e atmosfere più vicine a quanto si vuole rappresentare.

Ho avuto di recente l’occasione di poter partecipare a un workshop di illuminotecnica teorica e pratica tenuto dall’ottimo Francesco Francia, fotografo professionista e docente della Nikon School (…io però ho utilizzato una Sony con obiettivi Canon, perché sono un ribellino!) e collaboratore di riviste del calibro di Playboy. Il tutto è stato organizzato da Giulia Rocambole ed Elisa Pagano che, oltre a gestire l’intero evento, si sono anche messe a disposizione come modelle per sperimentare quanto appreso nella parte teorica del workshop. Seppur conoscessi Giulia di fama, non mi era mai capitato di scattare con lei, questa è stata un’ottima occasione per conoscere una nuova modella di buon livello; Elisa invece ho avuto già occasione di immortalarla in un vecchio modelsharing dove ha messo in mostra la grande esperienza e professionalità che la distinguono all’interno di questo settore.

Come possiamo vedere dalla foto pubblicata dallo stesso Francia, il gruppetto Photo Experience Pisa (eh si, ci muoviamo in branco ormai) si è collocato in fondo. Se aguzzate bene la vista si vede anche un me medesimo. In fondo perché a noi ci piace fare un po’ i bulli, le teste calde, non avere padroni e comandare la sala. Poi però siamo dovuti venire avanti perché, trovandoci in una specie di chiesa (o robe simili) l’acustica era pessima e la lezione sarebbe stata perfettamente inutile senza sentire cosa il buon Francesco aveva da dirci. Poi alla porta faceva pure freddo, fuori si gelava!

Insomma, bando alle ciance, siamo partiti di buon mattino con quello che è la prima parte del workshop: la teoria. Perché se credete che fotografare donne poche vestite sia semplice, basta avere un bel soggetto di fronte, non siete mai stati così lontani dal vero. Non starò qui a ripetere tutti gli aspetti della lezione che Francia ha tenuto per noi, esistono testi sull’argomento. L’idea del corso però era da subito chiara: il rapporto di fotografia nei confronti della modella deve essere veloce. Spieghiamo meglio questo aspetto: bisogna costruire la scena come la si vuole in mente, per questo aspetto bisogna prendersi tutto il tempo necessario e cercare di risolvere qualunque piccola problematica, nel momento in cui si inserisce la modella in quanto costruito il numero di tentativi deve essere essenziale per ottenere subito quanto si aveva in mente in principio. Insomma, progettare per bene ed eseguire senza troppi indugi. L’idea di base è quella.

Bisogna trovare il giusto equilibrio tra l’idea e la tecnica; tra il perché si vuole ottenere proprio quella foto e come viene scattata. Il tutto porta ad atmosfere ed effetti che rendono le nostre fotografie uniche nel loro genere e non piatte come quelle scattate frettolosamente durante una vacanza. In questo Francia è un assoluto maestro, lo dimostrava nel saper distinguere a occhio (e con tanta esperienza alle spalle) ogni situazione di luce presente nel luogo in cui si teneva il workshop, individuando con uno scarsissimo scarto di errore ogni tipo di illuminazione adatta a fotografare i singoli particolari e le persone presenti. Questo ti fa capire cosa distingue un professionista da un amatore.

Ulteriore punto di forza del workshop è stato il gustoso e nutrito buffet. Cosa non banale in eventi del genere. Ma forse questa parte la cancello.

Terminata la parte teorica siamo passati alla pratica vera e propria. Giulia ed Elisa avevano preparato due vestiti di paillettes e dei completi intimi per posare. Prima di ogni set Francia ha spiegato e sistemato con cura alcuni faretti messi da lui stesso a disposizione, assieme a vari generi di modificatori votati a ottenere gli effetti voluti. Ha anche diretto la posa delle nostre modelle per sfruttare al massimo gli schemi di luce creati ad hoc e incidere maggiormente sull’atmosfera.

Dopo questa prima parte con gli abiti eleganti, durata anche relativamente poco, siamo passati a qualcosa di più sensuale. Citando lo stesso Francia: “…non fotografo mica per Famiglia Cristiana“. Siamo passati allora a fotografare le nostre ragazze con i completini intimi, inizialmente con una luce più definita, ma pur sempre di taglio.

Infine siamo passati a delle atmosfere maggiormente scure e figure parzialmente illuminate, per dare profondità e tridimensionalità soltanto a determinate porzioni del corpo, lasciando le altre ridursi a delle silhouette.

Con questa situazione di luce si è provato anche a far interagire le due modelle tra di loro, in un atmosfera a sfondo saffico. Il risultato è stato molto sensuale e soddisfacente.

Le foto, in conclusione, non sono molte. Di fatto si scattava, come detto in precedenza, cercando di andare a colpo sicuro e lavorando essenzialmente sulla posa di Giulia ed Elisa. Oltretutto eravamo un gran numero di persone a fotografare e non sempre si aveva la possibilità di effettuare un gran numero di scatti e di pose; naturalmente questi sono i pro e i contro dei model sharing. Spero comunque di poter presto applicare quanto imparato in questo workshop, anche se non mi sono dilungato nei tecnicismi, vi è davvero un’enorme quantità di teoria da studiare (…e un esposimetro da comprare) ma noi non ci scoraggiamo. Cerchiamo di accumulare espedienti, mezzi e soprattutto esperienza per poter costruire i nostri schemi di luce anche da soli, magari un domani riusciremo anche a costruire set degni del master Francia che, non a caso, è uno dei fotografi più quotati in Italia.

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